“[…]Mi hanno chiesto da dove venivo io. Ho detto:
Afghanistan. Loro hanno detto: Taleban, taleban. Questo era quello che loro sapevano
del mio.”
Si può
facilmente supporre che
oggi gli Italiani
ne sappiano davvero
poco dell’ Afghanistan oltre
il nome, la sua
collocazione geografica, i suoi
confini, qualche ricordo di
una qualche invasione
o che so
che una guerra, immagini di
donne rinchiuse in un burqua, etc.. Innanzitutto la
capitale è Kabul; il
paese è composto
da una cinquantina
di gruppi etnici, il
più importante è costituito
dai Pashtun che
sono di origine
iraniana, e vi si parlano
una trentina di
lingue, le principali delle quali sono
il Dari e il
Pashto. L’ Afghanistan è tra
i paesi più
poveri del mondo, la coltivazione più
redditizia è quella
del papavero da
oppio, le risorse sono
poco sfruttate e
le poche industrie
sono state distrutte
dalla guerra. Inoltre il
paese si trova
in una grave
condizione di guerra
e instabilità
politica. Una delle feste più
importanti del paese è
il Ramadam, che è il mese sacro del
digiuno
e proprio in questo
periodo i musulmani
rispettano il divieto di fumare,
di bere e di mangiare dall'alba al tramonto.
Dopo questa breve
introduzione sull’ Afghanistan, vorrei parlare delle
diversità politiche che
ci distinguono da
questo paese. Per cominciare, e
spero lo sappiate
tutti, l’ Afghanistan
risente del regime
dei talebani che
ha preso il
potere tra il
1995 e il
1998, con la presa di
Kabul. I Talebani hanno instaurato un governo
centralizzato dove al vertice
si trova il Consiglio dei ministri. Il
governo tende ad essere
piuttosto debole in alcuni settori, come ad
esempio la riscossione delle tasse, la
gestione del sistema sanitario e la riparazione delle infrastrutture, secondo la Sharia, la legge islamica. Inoltre, le
donne sono considerate
e trattate come
feccia, usate
per perpetuare la
specie, soddisfare i bisogni sessuali
degli uomini ed
occuparsi delle pulizie
domestiche; gli uomini hanno potere assoluto su
di loro e
queste sono prive
di ogni diritto dietro
al loro burqa, i
soffocanti veli che le ricoprono
da capo a piedi; non
possono neanche vedere, respirare, parlare, ridere; se il
rumore dei loro passi viene udito da
un uomo, rischiano di
essere fustigate pubblicamente. Insomma, dovremmo ritenerci
fortunati, perchè il nostro governo
non è così rigido e anche se qui si
parla più di
violenza, c’è inoltre da
dire che in
Afghanistan vi sono
state, e ci sono
ancora, innumerevoli guerre civili
che, anch’ esse, hanno
contribuito al crollo
politico e sociale
dell’ intero stato.
Maran Beatrice