martedì 25 marzo 2014

I rifugiati politici


“[…] e il ragazzino affondava la lama e sgozzava l’uomo. Ho detto: Sarei potuto essere io, quel ragazzino.
Che il permesso come rifugiato politico mi era stato concesso me lo hanno detto qualche giorno dopo.”

Con la parola rifugiato si intende una persona che, a causa di discriminazioni (politiche, religiose, razziali) o a causa di persecuzioni (sessuali, psichiche ecc.), è fuggita o è stata cacciata dal proprio Paese e cerca ospitalità in un Paese straniero.
Lo “status” di rifugiato politico può essere richiesto solamente da coloro che hanno subito persecuzioni, accertate, nel Paese di provenienza per motivi razziali, di nazionalità o appartenenza a un determinato gruppo sociale o ancora per le proprie opinioni in campo politico, e per questo motivo abbiano paura di subire nuovamente queste persecuzioni se dovessero fare ritorno dal luogo in cui provengono.
Dal momento in cui il rifugiato ottiene lo “status” il Paese ospitante si impegna a proteggerlo grazie all’asilo politico e nel contempo il rifugiato si impegna a rispettare le leggi dello Stato in cui si trova.
Uno dei punti più importanti per ottenere il permesso è c0noscere la lingua del Paese ospitante; la lista delle condizioni per essere considerati rifugiati politici è stata stilata la prima volta nel 1951 a Ginevra, durante un congresso internazionale. Nello “status” vanno inoltre specificate una serie di informazioni riguardanti: l’età, la condizione sociale, l’identità, i luoghi dove si ha soggiornato prima di arrivare nel paese a cui si chiede ospitaità, le eventuali domande di asilo chieste in precedenza, gli itinerari dei viaggi compiuti, i documenti di identità e di viaggio e infine il motivo per il quale viene chieste la protezione internazionale.

Lo “status” può anche non essere concesso o revocato qualora si commetta o si abbia commesso reati contro la pace, reati o atti molto gravi e/o crudeli.

Giada Magaraggia

7 commenti:

  1. Post molto interessante! E' strano sapere che delle persone scappino dalla propria patria per rifugiarsi in posti da loro ritenuti migliori per poi rischiare di essere trattati quasi nella stessa maniera di prima. Non capisco perché lo status viene dato solamente a quelli che hanno avuto delle persecuzioni accertate,è giusto che non venga dato a chi ha commesso reati o atti molto gravi,ma alle persone che non hanno fatto del male a nessuno è giusto che venga concesso. Loro scappano per andare in posti migliori e dopo aver viaggiato per giorni devono combattere per ottenere questo status che forse non otterranno nemmeno. Non lo trovo giusto. Almeno ai rifugiati che provengono da paesi in cui vige qualche dittatura potrebbero essere riconosciuti d'ufficio e poi, eventualmente, esaminati più dettagliatamente.
    Giada G.

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  2. «Dal momento in cui il rifugiato ottiene lo “status” il Paese ospitante si impegna a proteggerlo», è proprio ciò a lasciarsi perplessa e indignata: le protezioni dovrebbero essere in vigore nei confronti di tutti, cittadini o meno; o bisognerebbe lasciare i rifugiati a soccombere per strada perché privi di un "pezzo di carta" che ne attesti la provenienza?! Poi scrivi che lo 'status', oltre a non venir consegnato con certezza, potrebbe anche esser revocato in caso di reati: io penso che una persona, una volta parte di un "luogo", non possa smettere di farne parte; al contempo un cittadino non smette di essere tale quando trasgredisce le leggi. Ma allora mi chiedo: queste leggi, non dovrebbero essere uguali per tutti?
    Marika M.

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    1. Interessante il tuo commento, Marika. Anch'io penso che dove c'è scritto: le leggi sono valide per tutti, non sia sempre così. Non sono sempre valide alla stessa maniera non solo per gli stranieri, ma a volte anche per i cittadini.
      Una cosa che non capisco è perchè lo status venga accettato solo alle persone che sono state perseguitate, altri possono andare via dal loro paese per dei problemi personali o di altro tipo. Però capisco anche che lo Stato lo consente solo ad alcuni, perchè se no ci sarebbe un vero e proprio esodo, anche se in alcune parti c'è già.
      Lisa t.

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  3. Anche secondo me bisognerebbe proteggere le persone indipendentemente da quel che dice un "pezzo di carta" come ha detto giustamente Marika. E se lo Stato si sbagliasse? Se non riuscisse a comprendere la storia dell'immigrato? Infatti,non tutti hanno la possibilità di potersi esprimere personalmente al responsabile dato che, spesso, non parlano bene la lingua italiana e visto che, molte volte, non è permesso loro farlo. Infatti la fortuna di Enaiattollah è stata quella di poter comunicare faccia a faccia con l'uomo addetto a decidere se concedergli lo status o meno grazie alla sua conoscenza dell'italiano.
    Inoltre, penso che non si debba perseguitare le persone per la loro sessualità o per altre ragioni di questo tipo perchè non è mica colpa loro se sono nati cosi, non si sono alzati una mattina e hanno deciso di diventarlo. Poi, agendo in questo modo non si fa altro che farli vivere nella paura e proibire loro di vivere la vita per come sono veramente.
    Rebecca S.

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    1. Condivido appieno la riflessione di Rebecca. Ognuno deve poter vivere con i giusti diretti e doveri, senza eccezioni.
      Lo status di rifugiato politico assicura all'immigrato, una vita serena nel paese in cui si è stabilito. Certamente, non a tutti gli immigrati è riconosciuto questo status; molto spesso infatti le richieste vengono respinte.
      Enaiattollah ha avuto la fortuna di colpire gli addetti della questura con la sua toccante storia e la sua spiccata capacità di convolgimento.
      Ogni uomo dovrebbe poter vivere liberamente nel proprio paese, senza persecuzioni.
      Alessandra Golin

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  4. Come avete già detto, perchè la protezione di una persona deve essere mantenuta solo con un pezzo di carta chiamato "status"? Perchè non possono essere tutti protetti in ugual modo? Ognuno ha bisogno di protezioni dal momento che è fuggito dal suo paese in cerca di un posto più sicuro!
    Questo post ci dimostra come certe volte, pur essendo uno dei paesi che vivono nella parte ricca del mondo, siamo più piccoli di paesi poveri e preda di guerre. Ovviamente lo status non viene dato a tutti, e quelli che non lo ottengo cosa fanno?Ritornano in patria dove rischiano di morire ogni secondo? L'unica opportunità che hanno forse è diventare dei clandestini anche se non è una delle soluzioni migliori, ma a volte si fa perchè a volte è l'unica alternativa, l'unica strada che si può prendere.
    Rebecca G. 8

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  5. Molta gente scappa dal proprio paese per motivi di guerra, per cercare una vita migliore senza avere paura di morire e affrontare un viaggio pazzesco come Enaiatollah. Lui ha ricevuto il permesso di soggiorno grazie al suo viaggio, alle avventure che ha vissuto, e a tutti i pericoli che ha scampato. Chi non riceve questo "Status" deve cambiare paese, anche se secondo me tutti dovrebbero avere questo permesso perché ogniuno é fuggito per un motivo e dovrebbe ricevere le giuste cure. Giorgia T

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