giovedì 13 marzo 2014

Un piccolo oggetto, un grande valore


“Era il mio orologio, e ci tenevo più che altro oggetto o che so io”
Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da molti cambiamenti che poco a poco hanno segnato la vita dell’uomo; le persone rischiano infatti di perdere il valore delle piccole cose, perché ormai la realtà quotidiana ci fa vivere nell’ abbondanza, nel possesso di ogni cosa che viene data per scontata e immediata, anche quando non lo è affatto. 
Ai nostri giorni, quando si fa un regalo, quasi non lo si apprezza più perché si pensa “non era quello che volevo, non mi piace…”. Ormai negli occhi delle persone non risplende più, come accadeva fino a qualche decennio fa, la gioia di ricevere un piccolo pensiero o anche una semplice lettera. Nelle righe del libro, quando Enaitollah parla del suo primo orologio, si capisce come le persone che non hanno nulla sappiano accontentarsi e apprezzare le cose che hanno magari uno scarso valore economico, ma in sè ( come nel caso di Enaitollah) hanno un valore sentimentale che le lega al proprietario, e vale di più del loro costo.

Sarebbe curioso vedere cosa succederebbe entrando nelle menti dei popoli che non hanno nulla, per cominciare ad apprezzare anche solo un po’ di più il valore delle cose che ora noi snobbiamo, perché ai nostri occhi sono solo oggetti, mentre per chi è meno fortunato possono  essere quasi delle “conquiste” o delle vere e proprie ricchezze conseguite lavorando duramente. Nelle pagine del libro si incontrano spesso scene in cui si delineano sentimenti ormai d’altri tempi come affetti e tenerezze oggi scordate, ma che un tempo sapevano riempire di magia istanti preziosi. Ai nostri tempi scegliere un regalo diventa un’impresa, si rincorrono mode e modi di fare che ci allontanano dai sentimenti puri, dall’ inchiostro, dalla carta, proiettandoci in una direzione che rende l’ uomo estraneo alle emozioni e al piacere di stupirsi dinnanzi le piccole cose.
Francesca Rossi

16 commenti:

  1. Concordo in pieno con le riflessioni di Francesca;è proprio vero che ormai l uomo è incapace di stupirsi dinnanzi le piccole cose che pur essendo apparentemente insignificanti rappresentano i veri valori della vita.Al giorno d oggi non ci sappiamo accontentare,vogliamo sempre qualcosa in più;non ci rendiamo conto che anche solo dei piccoli gesti o dei momenti felici possono farci riflettere ed emozionare ed è brutto pensare che oggi non ci si soffermi più di fronte a queste opere.Dovremmo prendere esempio dalle persone meno fortunate di noi,che magari vivono in condizioni misere o che hanno perso tutto nella vita,ma attraverso un piccolo gesto riescono ad essere comunque felici,con poco;al contrario di noi,della nostra odierna società dove tutti parlano di idee grandiose,difficili da realizzare e costose ma in verità più che i grandi gesti sono le piccole cose a fare la differenza,sono le piccole cose che lasciano il segno nella vita delle persone.A volte si rincorrono grandi sogni e aspirazioni alla ricerca di una felicità che sembra irraggiungibile e che invece spesso è proprio sotto il nostro naso:gli amici, gli affetti, piccole e grandi conquiste quotidiane;in fondo la felicità è una piccola cosa e forse è per questo che a volte non la scorgiamo.

    Beatrice Maran






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  2. Più si ha, più si vuole: è proprio vero che con il passare del tempo le cose hanno perso valore. Ormai oggi la maggior parte delle persone non si accontenta mai perché il mondo va avanti, le mode cambiano e anche gli interessi, ma il valore di una cosa non si dovrebbe basare su questi ma sulla storia che si nasconde dietro di essi.
    Infatti se anch'io potessi dare un valore a tutto quello che mi circonda credo che forse potrei fare a meno della maggior parte delle cose. Quindi mi fermo a pensare alle persone che probabilmente considererebbero, una coperta o un vestito, un dono o quasi un oggetto sacro poiché essendo cresciute con il minimo pensabile si accontenterebbero anche di una piccola sciocchezza che per noi potrà sembrare tale mentre per loro il contrario. Inoltre vivere nell'abbondanza, secondo me, rende la persona insoddisfatta ed incompleta e rende più difficile trovare la felicità che come ha scritto Beatrice sembra irraggiungibile.
    Anna F.

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  3. Io penso che sarebbe bello accontentarsi con poco, realizzarsi nelle piccole cose, ma sinceramente, considerando tutto ciò in maniera più obiettiva: noi per primi, saremmo in grado di privarci di vestiti firmati, computer e cellulari di ultima generazione? Credo di no.
    Nella nostra società, dove i beni materiali e la tecnologia ci dominano, parlare di gradire una lettera o un album di fotografie mi sembra un po' antico.
    Nei paesi dove il nulla è tutto, anche il possedere un paio di belle scarpe significa sentirsi importanti, sentirsi qualcuno. Invece, per noi società sviluppate, il possedere vestiti per tutte le stagioni, una macchina o un semplice tetto sotto il quale ripararsi, è già scontato!
    Per ritornare a stili di vita in cui vengono apprezzate le piccole cose e i piccoli gesti, probabilmente bisognerebbe stravolgere il pianeta, un mondo industrializzato e sviluppato che ci porta incondizionatamente nel suo circolo vizioso.

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  5. Appoggio pienamente il post di Francesca. Nei paesi del terzo Mondo, dove avere anche solo un semplice orologio (come nel caso di Enaitollah), è molto significativo; avere del denaro per potersi acquistare da vivere, è fondamentale.
    Oggi noi, nazioni altamente sviluppate, sentiamo la necessità di comprare sempre più oggetti, quando a qualche kilometro di distanza, esistono persone che vivono nella miseria, che acquistando un paio di calzini, si sentono la persona più appagata di questa terra.
    La superficialità delle persone che popolano gli stati ben sviluppati è sconvolgente, e come ha detto bene Rebecca, per ritornare ad apprezzare le piccole cose, bisognerebbe stravolgere il pianeta.
    Alessandra G.

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  6. Penso che il post di Francesca esprima molto chiaramente la nostra idea di “possedere qualcosa”. La nostra necessità è quella di avere sempre più cose, vestiti all’ultima moda, o magari modelli avanzatissimi di oggetti tecnologici, senza renderci conto della nostra fortuna di avere una casa con delle persone che ci vogliono bene e ci comprano tutto ciò di cui necessitiamo. Inoltre se qualcuno ci fa un regalo ci concentriamo di più su quanto vale, se è di marca, o se corrisponde alle nostre aspettative. Se non è proprio come lo volevamo siamo capaci di abbandonarlo e non usarlo mai o addirittura buttarlo senza pensare che da qualche parte un bambino darebbe qualsiasi cosa per averlo.
    Veronica L.

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  7. Bello il post, Francesca. E' vero che al giorno d'oggi non si apprezza tanto il valore delle cose. Questo è un fenomeno diffuso soprattutto nei paesi più ricchi, dove non vale più quella bella frase:" E' il pensiero che conta". Infatti oggi non si "assapora" più di tanto il valore di quello che si ha. Per Enaiatollah quell'orologio era sacro, di un valore inestimale, non per il suo prezzo ma perchè era un orologio, una cosa che lui non aveva mai avuto perchè non aveva mai potuto comprarsela. Ma cos'è un orologio?Forse per qualcuno può non rappresentare nulla ma per altri come Enaiatollah magari sì. Io sono dell'idea che tutti dobbiamo imparare da bambini come lui, dobbiamo imparare ad apprezzare ogni singola cosa, ad essere felici per quello che si ha.
    Rebecca G. 8

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  8. Non credo sia affatto vero che al giorno d'oggi siamo aridi ed insensibili davanti alle piccole cose o ai piccoli gesti.
    Penso fortemente che questo dipenda dalla sensibilità e dalla cultura di ogni singolo individuo.
    Certamente al giorno d'oggi molte persone, soprattutto tra i più giovani, non si emozionano più di fronte a certe usanze del passato, ma per quanto mi riguarda, nel mio piccolo, mi piace terribilmente il profumo che emanano i libri dal loro interno.
    Guido Signorin

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  9. Concordo con quello che ha detto Francesca, infatti penso che bisognerebbe essere più grati al fatto di vivere in un paese avanzato dove si può avere tutto e subito, in molti casi basta un "clic" per scegliere il prodotto che si vuole acquistare e farselo spedire a casa restando comodamente seduti su una poltrona e spesso, essendoci abituati, non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati.
    Ma daltraparte come possiamo resistere alle tentazioni a cui siamo sottoposti per la maggior parte del tempo? Siamo continuamente "bombardati" da pubblicità e spot televisivi che cercano in ogni modo di farci acquistare sempre di più perdendo, così, il senso del valore degli oggetti che compriamo.
    Inoltre, ai tempi d'oggi sembra che se non hai l'ultimo modello di iPhone o se non indossi vestiti firmati non sei nessuno, quindi viene spontaneo cercare di essere al passo con i tempi anche se questo vuol dire non apprezzare a fondo ciò che si ha.

    Rebecca S.

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  10. E' vero,purtroppo da un po' di tempo, anche facendo un regalo, non si da' più molta importanza al pensiero del regalo in sé stesso, ma si parte già con il pensiero di fare brutta figura comprandone uno che non sia all'altezza o alla moda. A me ha fatto riflettere il modo in cui Enaitollah teneva a quell'orologio. Noi se non riceviamo bei regali (tipo vestiti firmati o l'ultimo modello di telefonino) non ci sentiamo soddisfatti,e quando magari li otteniamo sembra sempre che ci manchi qualcosa e dimentichiamo la gioia di averli ricevuti dopo pochissimo tempo. Ormai al giorno d'oggi l'importanza dei piccoli gesti è scomparsa o comunque è rimasta purtroppo nelle abitudini di poche persone. A me piace ricevere o fare regali costosi, ma ricordo anche quanto importanti per me siano stati alcuni piccoli doni ricevuti con semplicità. Piccoli oggetti regalati dalle amiche, pensieri inaspettati da parte dei genitori, costituiscono sempre motivo di soddisfazione. Dunque credo si possa recuperare il piacere per le piccole cose, sia donandole che ricevendole in dono. In passato, in un episodio della mia vita, piccoli gesti fatti da tante persone per aiutare la mia famiglia in un momento particolarmente difficile, sono diventati dei doni enormi che ci hanno riempito di gioia.
    Giada. G

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  11. “Era il mio orologio, e ci tenevo più che altro oggetto o che so io” queste sono le parole di Eniatollah, parole che tutti dovremmo prendere come esempio. Ma ormai oggi le persone non si accontentano più, e devono sempre avere l’ultimo modello di cellulare, la macchina sportiva e vestire alla moda, insomma, più qualcuno possiede più sembra sentirsi "realizzato", anche se sminuisce il valore degli oggetti: qualsiasi cosa che oggi è la migliore, domani è lasciata la in uno sgabuzzino e ci si dimentica della sua esistenza. Nella società attuale i ricordi di famiglia e la semplicità sembrano avere lasciato il posto al possedere. Ma dopo un po', l'accumulare oggetti ,anche insulsi, non diventa noioso?

    Cecilia B.

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  12. Ciò che viene affermato nel post di Francesca è la pura e semplice verità.
    Oggi giorno, se un oggetto che viene regalato è costoso, a quest'ultimo vengono attribuiti dei valori importanti. Se qualcuno provasse a regalare un peluche ad un amico, al posto di un nuovo e moderno video gioco, il suo primo pensiero sarebbe sicuramente: "Non era esattamente quello che volevo".
    Ormai nella nostra società, formata per la maggior parte da consumisti, il valore che una volta veniva attribuito ad un semplice prensente, viene sminuito e criticato senza ritegno.
    Quando qualcuno è abituato ad avere tutto ciò che vuole, non smetterà mai di volere sempre di più: non si accontenterà mai, e sarà perennemente alla ricerca di quell'oggetto che potrà finalmente dargli la felicità che cerca.
    Al contrario, più una persona è meno adagiata di altre, più è abituata a non avere mai quello che desidera, e più quest'ultima riuscirà a capire che anche le piccole cose possono avere un grande significato, come nel caso di Enaiat per l'orologio.
    Solo le persone che non hanno nulla riescono a comprendere il vero senso della felicità. Chi ha sempre tutto a sua disposizione non proverà mai la gioia che può provare qualcuno messo peggio di lui, per esempio nel ricevere un mazzolino di fiori o un cioccolatino, da un amico, un familiare o una persona particolrmente cara.
    Mirea M.

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  13. Eh si...viviamo in una società in cui conta vestirsi alla moda, conta il tipo di cellulare che si ha, conta la bella macchina, i computer, gli I-Pad ecc... è vero: tutto questo volere e volere sempre di più è dovuto al fatto che i tempi sono cambiati, la felicità, anche solo per una semplice letterina, è diminuita e si tende a perdere il significato principale del regalo. Giustamente per i bambini dei paesi meno sviluppati è diverso, come per Enaiat, ma io sinceramente sono felice in questo momento... col mio cellulare tuch, con i vestiti o scarpe firmate ecc.. e nonostante questo se mi regalano qualcosa che magari non è all'altezza delle mie aspettative lo accetto volentieri con un sorriso, se non mi regalano niente e mi danno solo una letterina io sono capace di scoppiare a piangere dalla felicità e continuare a ringraziare tutto il giorno... quindi io non incolperei tutti i ragazzi del giorno d'oggi che, come me magari, riescono ad apprezzare anche le piccole cose che vengono fatte col cuore. Poi, impariamo che l'importante non è l'oggetto in sé che si ha...ma come e da chi viene donato; è facile dire "bisogna vivere in povertà accontentandosi di ciò che si ha", queste cose bisogna metterle in pratica e non stare semplicemente a fare gli ipocriti.
    Giorgia F.

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  14. Hai pienamente ragione Fra! Bisognerebbe proprio riuscire ad entrare nella mentalità di queste persone per apprezzare a fondo anche le cose che hanno meno valore in quanto a soldi ma che hanno un forte valore morale per esempio. Purtroppo viviamo in una società che non ne ha mai abbastanza e continua a volere cose solo per il gusto di averle senza pensare molto all'utilità di queste; bisogna inoltre dire che la nostra società è anche piena di pregiudizi e molte persone cambiano modo di fare, di pensare, di vestirsi eccetera solamente per essere accettati.
    Giada M.

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  15. Concordo pienamente in tutto, ma dopo una sfilza di commenti in critica alla società di oggi, con cui io stessa sono pienamente d'accordo, penso di poter permettermi di esprimere qualche buona parola sulla società occidentale e consumista della quale facciamo parte. E' vero che talvolta le persone seguono la massa, le ultime mode e cambiano la loro personalità solo per essere accettate, ma è anche vero che quelle persone alle quali non interessa il parere della gente e che apprezzano le piccole cose, ci sono ancora. Ebbene si, non si tratta di una categoria di persone ormai estinta, anzi, spiccano tra la massa, ma spesso non le notiamo a causa dei pregiudizi e del marchio del consumismo che poniamo sulla società vista come massa, togliendo valore al singolo individuo.
    Lucia Niorettini

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  16. Bel post Francesca. Hai proprio ragione: ai giorni d'oggi non ci accontentiamo delle ricchezze che abbiamo e vorremmo sempre di più. Enaiatollah era esaltato quando si comprò il suo primo orologio e lo vedeva come un oggetto prezioso, non era un orologio qualunque ma era il suo orologio. Noi di orologi ne abbiamo avuti più di uno nella nostra vita e possiamo anche capire Enaiatollah ma lui di oggetto, che lo facesse sentire proprio, ne aveva uno solo. Fin da piccoli abbiamo avuto molte cose e se chiedevamo giochi ai nostri genitori c'è li regalavano, Eniat invece, non gli è mai stato regalato niente e tutto quello che ha avuto nella sua infanzia é stato grazie ai lavori che svolse. Giorgia T.

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