giovedì 13 marzo 2014

Telisa e Sang Safid



“Avevamo paura della polizia iraniana. Avevamo paura di finire a Telisia o a Sang Safid, che se non sapete cosa sono, credetemi, è solo perché non siete stati profughi afghani  in Iran, perché tutti i profughi afghani in Iran sanno cosa sono Telisia e Sang Safid”.
  
Le carceri di Telisia e Sang Safid (in persiano Sang-e Safid e Tal-e Seeya), situate nella provincia di Hamadan, nella zona nord-occidentale dell’Iran, erano veri e propri campi di concentramento dove venivano imprigionati i profughi afghani.
Letteralmente per campo di concentramento si intende una struttura carceraria all'aperto, formata da baracche o container, usati per detenere grandi quantità di persone, circondato da mura e filo spinato e sorvegliato a vista da guardie armate.
Nella storia i campi di concentramento sono tristemente noti per le deportazioni di prigionieri ebrei effettuate nel corso della seconda guerra mondiale dai soldati nazisti. Purtroppo la storia che riguarda i campi di concentramento non si è conclusa con la fine della guerra, ma è arrivata fino ai giorni nostri.
Infatti, fino a qualche anno fa, il governo iraniano ha forzatamente deportato in questi “centri di permanenza” centinaia di migliaia di profughi afghani, che vivevano e lavoravano in Iran, giustificando tale comportamento affermando  che la deportazione di massa mirava a ridurre il numero di immigrati illegali nel paese. In realtà spesso venivano imprigionate anche persone in possesso di regolare permesso di soggiorno, ma venivano ugualmente rinchiusi e puniti per assicurarsi che non sarebbero mai tornati in Iran.I was born there; Tehran was my home.”
In queste strutture spesso venivano maltrattati e picchiati, a volte anche brutalmente torturati, e in molti casi dovevano anche pagare per avere cibo e acqua.

Un ragazzo che ha vissuto per cinque giorni nel campo di Sang Safid  ha raccontato cosa succedeva al suo interno; ha affermato di aver visto 40 uomini afghani  incatenati insieme all'interno del carcere. Erano seduti a terra, con le  mani e i piedi legati, ed erano stati trasportati ammanettati con un piccolo autobus, senza nemmeno aver potuto usare il bagno durante il viaggio.

Cecilia Burato

14 commenti:

  1. Una triste realtà che perseguita il popolo afgano e molti altri: lavori a lungo per ottenere una piccola quantità di soldi e poi te li vedi sottratti sotto il naso per un semplice bisogno primario di sussistenza: il cibo e l'acqua; e questa è la parte minore della tortura: le catene, le bastonate, le frustate.. condizioni dure e talvolta fatali. Un carcere per persone che di "illegale" non hanno commesso nulla: cercavano un futuro dignitoso e ci hanno rimesso la vita, e la dignità. Incatenati con i loro sogni dentro a baracche inospitali, in cui i sogni son più agili a liberarsi e a fuggire, insieme alla speranza, che pian piano scompare e non torna più; anche se ne esci, un posto del genere ti segna a vita, nell'organismo e nelle azioni che compi.
    Marika M.

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    1. Hai proprio ragione, Marika. Io veramente mi chiedo come, queste persone, possono avere ancora la speranza. Si dice che la speranza è l'ultima a morire ed è per questo che lottano ancora, forse inutilmente. Non è così facile far avvenire dei grandi cambiamenti in questa atmosfera di guerra continua.Pensano che con le armi un giorno si sistemerà tutto,ma non è così:il mondo sta andando avanti, sta progredendo anche senza loro.
      Come si può vedere anche dall'esistenza di queste specie di campi di concentramento le persone cercano di scappare, avendo ancora un po' di speranza, appunto.
      Lisa t.

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    2. concordo pienamente

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  2. Una realtà veramente crudele, con la quale i clandestini devono convivere. Nel passato, negli anni quaranta è accaduto un fenomeno molto simile, quello della shoah, che ha visto massacrare migliaia di vite umane. A Telisia e Sang Safid più o meno il concetto è lo stesso. Uomini e bambini che non hanno nessuna colpa che sono portati (in realtà il termine migliore sarebbe “trascinati”) in questi campi di lavoro forzato, dove non vivono, ma sopravvivono, e sono costretti a svolgere mansioni inutili e faticosissime, al solo scopo di morire nella sofferenza e perdere dignità, senza essere più umani. Anche nel caso di sopravvivenza questa esperienza rimane impressa nella Memoria, minuto per minuto, lasciando un segno indelebile, per tutta la vita.

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  3. Questa situazione è veramente triste e anche un po' deludente poiché gli uomini ancora oggi si comportano come "animali" e maltrattano persone che come noi vogliono vivere liberi e sereni e che guadagnano lavorando, per poi essere ridotti a schiavi dove ingiustamente per sopravvivere devono comprarsi acqua e pane.
    Dopo diversi fenomeni come, ad esempio, quello della shoah, speravo che questi eventi non si ripetessero nuovamente o almeno non avvenissero nello stesso modo crudele e ingiusto ma, ora, guardando questi poveri afghani capisco che non si è fatto alcun passo avanti, almeno in quei paesi, e spero che un giorno non ci siano più queste concezioni in cui gli uomini vengono paragonati a delle bestie o considerati di razze inferiori perché neanche il peggiore degli uomini meriterebbe di essere sfruttato, schiavizzato e trattato così.
    Anna F.

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    1. La dura e triste verità hai perfettamente ragione

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  4. A dir poco impensabile! Nel corso della storia quante volte sono nominati i campi di concentramento? Molte, tante, troppe. Queste strutture diaboliche compaiono moltissime volte nella storia e neanche ora, dopo anni e anni di discorsi su quelle deportazioni, l'uomo allontana dai propri pensieri quei luoghi mostruosi. Le carceri per i più deboli, le definirei. Penso sia davvero triste che fino a poco tempo fa i campi di concentramento occupavano ancora un posto sulla Terra. Una cosa davvero vergognosa! Non penso che con violenze di quel calibro si posa risolvere qualcosa, anche se imprigioni un clandestino in un posto come quello il problema è risolto? No. I problemi quindi non si affrontano con la prepotenza ma con la disponibilità, cercando di capire perchè una determinata cosa accade e provando a fornire le condizioni necessarie affinchè episodi del genere non accadano. Basterebbe poco, davvero.
    Rebecca G. 8

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    1. Sono d' accordo con te Rebecca, purtroppo questa realtà accompagna ancora le persone, soprattutto afghani come dice nel libro, che in cerca di un futuro migliore scappano dal loro paese e si ritrovano in questi posti crudeli.
      Come nei campi di concentramento della secondo guerra mondiale, adesso dovrebbero essere solo luoghi per Ricordare la memoria di tutte le persone che ci hanno sofferto, però purtroppo ci sono persone che anche nel ventunesimo secolo devono ancora soffrire all'interno di questi macelli.

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  5. Fino a dove può spingersi la crudeltà umana? Per quanto tempo saremo costretti a sopportare l'esistenza di posti del genere? Penso che luoghi come le carceri di Telisia e Sang Safid non dovrebbero esistere, sono centri di sfruttamento dove vengono tenuti ingiustamente prigionieri uomini che hanno commesso il solo "reato" di essere afghani.
    Noi abbiamo scoperto l'esistenza di queste carceri leggendo questo libro, ma quante persone nel mondo la ignorano pensando che l'epoca dei campi di concentramento sia terminata e che luoghi così, dove ci si prende gioco della vita umana, non esistano più? Credo sarebbe opportuno che tutti ne fossero a conoscenza per cercare di risolvere la situazione e anche per far sì che cose del genere non avvengano più in futuro.

    Rebecca S.

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  6. E' triste pensare che esistano ancora campi di concentramento nel 2014,ma se guardiamo alla storia recente,quante volte la dignità umana è stata calpestata.
    Non parlo solo di nazioni con un regime di dittatura ma penso ancora con più orrore a quelle situazioni dove gli stati democratici utilizzano gli stessi metodi con strutture simili. Parlo per esempio dei centri di permanenza per immigrati nel sud Italia o dei campi di prigionia degli Stati Uniti per i presunti terroristi,o di tutti quei casi in cui sono stati negati i diritti fondamentali dell'uomo. Certo,fa impressione leggere che ci sono posti al mondo in cui le persone vengono trattate più da animali che da esseri umani. Alcune situazioni nelle carceri di Sang Safid sono particolarmente atroci. Mi ha colpito molto il fatto che oltre ad essere picchiati,i prigionieri debbano pagarsi il poco cibo a loro concesso. La storia purtroppo non ci ha insegnato niente e gli uomini continuano a trattare il diverso come un nemico. Nel caso del problema dell'immigrazione questo conflitto esplode con particolare violenza portando nei casi più gravi anche alle situazioni descritte nell'articolo.
    Giada G.

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  7. Venendo a scoprire queste cose, difficilmente ci verrebbe da pensare che ormai i tempi sono cambiati, che certi modi di pensare siano ormai superati, o che almeno ciò che successo negli anni '40 sia stata una lezione per tutti.
    Dinanzi a certe situazioni la domanda più spontanea probabilmente sarebbe: "Ma è davvero questo il mondo in cui viviamo?". Un mondo dove la crudeltà non ha limiti, dove i diritti dell'uomo vegono calpestati in questa maniera e dove il concetto di umanità sembra dissolversi in un soffio?
    Evidentemente è così, e la sola presenza di questi "centri di permanenza", ne sono la prova inconfutabile. Le azioni che queste persone compiono nei confronti dei profughi, che dopotutto non fanno altro che cercare un rifugio dove poter scampare alla furia che sta distruggendo il loro paese natio, sono ignobili.
    Uomini e bambini di tutte le età costretti a quelle condizioni e privati di ogni dignità, nonostante le loro uniche colpe siano quelle di essere nella disperata ricerca di una via fuga, sperando magari in un futuro migliore, lontano da persecuzioni e continue minacce di morte dalla mattina alla sera.
    Mirea M.

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  8. Vedo che tutti siamo d'accordo sul fatto che è una vergogna che esistano ancora i campi di concentramento in questo periodo, dopo tutte le guerre, gli errori e gli orrori commessi negli anni precedenti. Purtroppo, come dice Giada, la storia non ci ha insegnato proprio niente e l'uomo continua a commettere gli stessi sbagli e le stesse crudeltà. Non riesce a capire che comportandosi in questo modo le cose non possono cambiare e, anzi, peggiorano soltanto! Non esiste un motivo valido, secondo me, per sottoporre persone a questi posti che si possono definire "dimenticati da Dio": anche un uomo che ha ucciso, che ha rubato, che ha fatto qualsiasi cosa punibile con l'ergastolo non merita di finire in un luogo in cui deve pagare per avere acqua e cibo, che non può vivere i condizioni igieniche sicure e che è maltrattato, punito o torturato! Ognuno ha i propri diritti, anche se in questi paesi non credo che il concetto di "diritto" sia rispettato e preso in considerazione! Per finire volevo dire che tutti commettono errori, ma non è giusto essere puniti per averli fatti... bisogna, invece, avere la forza di perdonare e cercare di sistemare per non commetterli più.
    Giorgia F.

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  9. Quando pensiamo ai campi di concentramento ci viene in mente la deportazione ebrea da parte dei nazisti. Sono state vicende molto crudeli e ancora oggi ricordiamo quel giorno con tristezza per le persone morte. I campi di concentramento sono realtà molto brutte dove le persone perdono dignità e sono etichettate come un numero senza identità, e una persona senza nome non è niente. Telisa e Sang Safid sono due campi di annientamento molto comuni in Afghanistan e le persone lì deportate sono tutti clandestini che emigrarono da altri paesi per salvarsi senza sapere che nemmeno in Afghanistan si poteva stare tranquilli.
    Giorgia T.

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  10. Ignorare la storia consente il perpetuarsi di certi scempi!
    Ho cercato questi campi di concentramento perchè gli ho letti nel libro:"nel mare ci sono i coccodrilli" e mentre stavo leggendo ho pensato che il mondo sta andando alla deriva.
    Tengono rinchiuse persone che cercano di scappare dal loro paese, perchè ci sono guerre o problemi... al posto di tenerli la dovrebbero dargli cibo e cure mediche per permettergli di continuare il viaggio.
    Tengo a citare una parte del libro:" impediscono ai bambini di studiare perchè temono che possano capire che non fanno quello che fanno nel nome di Dio, ma per i loro affari." Questa frase in un certo senso vale anche per questo discorso dei campi di concentramento... gli trattengono per affari e non tengono conto del volere di Dio, che chiamano Allah.
    Allah e Dio sono la stessa cosa, magari loro lo pregano in modo diversoe lo chiamano in modo diverso, ma sono la stessa cosa. Alcune persone dicono che le guerre scoppiano per questi motivi, ma sono i politici a finanziare per guadagnarci e quindi a volte mi chiedo se queste persone parlano tanto per fare o parlano perchè ci credono e se ci credono mi sa che devono rifletterci meglio.

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