lunedì 24 febbraio 2014

Il Buzul-bazi e gli altri giochi afghani

Si usano come dei dadi, ma sono frammenti d'ossa. Parliamo del Buzul-bazi


Ma avrei voluto tornare a casa, a Nava, a giocare a Buzul-bazi con i miei amici

Il Buzul-bazi è un gioco molto diffuso tra i bambini afghani, perché si può giocare in tutte le stagioni, sia quando fa freddo, sia quando fa caldo, a differenza di altri giochi che invece sono praticati solo in alcune stagioni.  Questo gioco si faceva con un osso ( l’aliosso) che veniva  preso dalla zampa delle pecore per poi farlo  bollire, quindi era  molto facile da realizzare per i bambini afghani che vivevano nell’assoluta povertà.  Si pensa che sia nato in Asia Minore e che poi si sia diffuso in Grecia, dove ha preso il nome “astragalo” e ,poi,  nell’antica Roma e in Magna Grecia, dove invece veniva chiamato “aliossi”. Si poteva giocare in molti modi, il più diffuso consisteva nel buttare gli ossi a terra, dopo averli agitati nelle mani, e a seconda delle  combinazioni ottenute con essi  si poteva decretare il vincitore, un po’ come il nostro gioco dei dadi.
Questo non era l’unico gioco che intratteneva i lunghi pomeriggi dei fanciulli afghani. Amavano e mano giocare anche con gli aquiloni, che iniziano a costruire verso la fine dell’inverno, magari con l’aiuto dei loro esperti padri. Organizzavano veri e propri tornei, ai quali potevano partecipare  tutti e al termine di essi si decideva il fortunato. Ovviamente anche il gioco del nascondino, adorato dai bambini di  tutto il mondo, era conosciuto anche in Afghanistan, però veniva praticato solo nella bella stagione.  Molti sono i libri che narrano  i giochi e i passatempi di questi bambini. Oltre a “Nel mare ci sono i coccodrilli”, c’è anche “Il cacciatore di aquiloni”. I bambini afghani, pur vivendo in condizioni miserabili, si accontentano di poco, perché forse è proprio questo il segreto per essere felici. Molte volte viene dimenticato da chi pensa che la felicità si trovi nell’ ultimo modello di cellulare, in vestiti firmati o in chissà quale bene tecnologico particolarmente costoso. Per questo trovo bello poter entrare nella mente di quei popoli, che magari vivono lontani, che hanno usi e abitudini completamente differenti da quelli occidentali, ma che però riescono ad essere sereni con poco, ovvero con quello che hanno.

di Lisa T.



27 commenti:

  1. “sereni con poco”, che in questo caso diventa tutto; quoto Lisa: credo che dovremmo cercare la felicità nelle piccole cose, quelle belle, belle davvero. Bisognerebbe accontentarsi, pur continuando ad avere ambizioni, certo. Vivere l'oggi e non pensare a ciò che accadrà domani; essere spensierati come l'aquilone di uno di quei bambini, essere il dado - o l'osso di pecora - che vola/rotola verso ciò che ha, senza cercare altro. Solo la libertà.
    Marika M.

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    1. Ed è proprio questo, secondo me, il segreto per vivere una vita piena: sapersi accontentare . Ma anche avere sogni ed ambizioni che ci fanno crescere e che, se raggiunti ci possono essere di grande aiuto per essere soddisfatti di noi stessi. Ma non esagerare, non cercare di volere troppo qualcosa solo per essere alla pari o meglio degli altri. Penso che non ci sia niente di più piacevole per essere felici che andare a fare una passeggiata e apprezzare con tutti noi stessi ciò che ci sta intorno, semplicemente saper riconoscere la bellezza di vivere nella sua semplicità.
      lisa T.

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  2. Sono d'accordo, ma anche saper riconoscere la bellezza nella semplicità sarebbe un buon proposito. Non ci troverei nulla di male in questo se non vivessimo in una società consumista e perfezionista, sempre alla ricerca "dell'altro perfetto", una società che disprezza la scoperta dell'Io. Basterebbe poco per accettarsi, per accettare quel che si ha e smettere di pensare a ciò che vorremmo, per sentirsi migliori, per sentirci noi.
    Marika M.

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    1. 'Per sentirci noi'. Questa espressione ormai non ha più un valore nella nostra società, ormai ciò che conta sono i numeri, non conti te come individuo, ma la massa. Questo modo di pensare non credo che si cancellerà dalle nostre menti molto facilmente perchè a questo passo stiamo diventando sempre più consumisti, non riusciamo a pensare neanche per un secondo al valore di ognuno di noi.
      lisa t.

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  3. Probabilmente non cambierà mai niente sul serio. Siamo destinati a non essere, o a fare di tutto per affermarci dentro ad una società che di noi se ne infischia alla grande. Hai ragione, totalmente ragione..
    Marika M.

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  4. Siamo nati nell'epoca sbagliata. Dovevamo nascere nell'epoca con le macchine da scrivere, le lettere e i cellulare inesistenti. Invece no. Viviamo in una società dove le persone preferiscono chattare con i loro amici piuttosto che raggiungerli per un gelato e anche se non vogliamo sia costretti a vivere in questo modo. Non potremmo mai essere "sereni con poco".

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    1. "Non potremmo mai essere sereni con poco". Già... purtroppo siamo nati nel periodo dell'assoluta tecnologia; una tecnologia meravigliosa, quasi abbagliante che però rischia di accecarci tutti.
      Penso sia inutile prendere come esempio da seguire questi ragazzini che si divertono con poco, perché la nostra società è ormai troppo dipendente da social network, smartphone e quant'altro, troppo dipendente da disintossicarsene.
      E' vero, siamo costretti a vivere in questo modo..non saremo mai in grado di ritornare al tempo delle lettere. Si preferisce avere tutto il mondo in una mano piuttosto che toccare con le proprie mani il mondo!

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  5. è proprio vero.. oggi i bambini e i ragazzi non si accontentano più di divertirsi con quello che hanno a disposizione ma vogliono sempre avere l'ultimo modello di cellulare (per i più grandi) o di giocattolo (riferendoci ai più piccoli); pochi sono quelli che riescono a essere "sereni con poco". Per riscoprire come era bello una volta con i giochi costruiti con assi di legno, vecchi pneumatici o con ciò che si trovava qua e là, bisognerebbe ricominciare a eliminare un po' di questa tecnologia che ha invaso tutto il mondo e ha completamente stravolto la vita delle persone convincendole che avere sempre "il nuovo modello perché ce l'hanno gli altri" vuol dire stare al passo con i tempi; se non lo hai sei "antico" e vieni escluso da tutto. Per questo penso che oggi i bambini o i ragazzi, anche se vivono in povertà, che giocano a nascondino, a fare i supereroi, a un gioco come il Buzul-bazi o semplicemente a prendere a calci un sasso siano molto più felici di bambini che passano ore e ore davanti alla tv o a giocare a giochi elettronici e che si disperano se non hanno lo stesso gioco dell' amico o se gli viene sequestrato il cellulare per tre giorni.
    Cecilia B.

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    1. Non è vero mi piace stare chiuso in casa vaffanculo

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  6. Accontentarsi di poco. Forse è proprio questo il segeto per essere felici ma al giorno d'oggi nessuno si accontenta di quello che ha, o almeno nessuno che possa permettersi di più. Ed è proprio per questo che sarebbe curioso entrare nella mentalità di quei popoli in cui nessuno segue la massa o le mode solo per apparire sempre al meglio e sentirsi accettato. In quei popoli in cui esiste ancora un pizzico di originalità e anticonformismo. Quei popoli costellati di bambini semplici, spensierati, che non posseggono nulla ma hanno tutto. Bambini ai quali è stata proprio la loro situazione a permettere lo sviluppo di un'incredibile creatività e una fantastica capacità di ricavare strumenti di svago e divertimento sfruttando gli oggetti più semplici e comuni, come l'osso di una pecora. E proprio per questo penso che tutte quelle società occidentali basate sul valore della massa, e non sulle potenzialità di ogni singolo individuo, dovrebbero prendere esempio proprio da questi bambini.
    Lucia N.

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  7. "I bambini afghani, pur vivendo in condizioni miserabili, si accontentano di poco, perché forse è proprio questo il segreto per essere felici".
    Bella frase... peccato che nella realtà non è sempre così!
    Ognuno di noi, spesso non è paziente e generoso con gli altri; vuole avere tutto e subito. Gran parte delle persone sono invidiose degli altri solo perchè sono insicuri, hanno paura di mettersi in gioco, di mostrare le loro abilità.
    Se sai guardare le cose a cui tieni; se sai umiliarti per ricostruirle con quel poco che hai allora sei davvero un Uomo, nel senso di essere in grado di comprendere il senso della vita, che non risiede nelle cose ma nell' animo di chi le possiede.

    Esther Quainoo

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  8. Concordo con tutti i commenti fatti finora. Al giorno d'oggi siamo troppo legati allo " smartphone di ultima generazione" e non riusciamo a capire al meglio che per divertirsi non occorre il giocattolo più bello ma basta veramente poco. Dovremmo prendere tutti d'esempio questi bambini afghani perché loro sì che sanno la vera essenza del gioco e del divertimento. Concordo pienamente con il post di Lisa.Rebecca G. 8

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    1. Probabilmente è vero... Sarebbe bello vivere all'insegna della semplicità, ma penso che vivendo in questa società globalizzata e consumista, la tecnologia ci fa da padrona e ora come ora sarebbe impossibile tornare all'epoca in cui ci si divertiva veramente con poco.

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  9. È bello vedere come Enaiatollah e i suoi amici si divertivano con poco, bastava un pezzo di osso di capra o delle belle giornate per divertirsi.
    I ragazze e bambini di oggi si divertono solo con la tecnologia, per giocare ora si dice: ”accetti la mia richiesta?”.
    Non riconoscono più i valori della semplicità, ora vogliono soltanto avere l’ultimo modello di cellulare e di gioco per divertirsi( e lo voglio subito), se no non sono contenti e si sentono esclusi dal gruppo di amici.
    Sarebbe bello far tornare in dietro nel tempo i ragazzi, a quando per scriversi si usavano le lettere e per giocare si attendevano le belle giornate di sole, per fargli riscoprire i veri valori delle cose e della semplicità.
    Francesca Rossi

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  10. BELLO il post. Bellissime tutte le affermazioni e le informazioni del testo scritto da Lisa, bellissimi tutti i commenti... E' davvero stupendo immaginare un mondo diverso da quello attuale, un mondo in cui, come si è già detto mille volte, i bambini e gli adulti si accontentano di quello che hanno, non hanno bisogno di essere alla moda (sennò vengono giudicati), non c'è bisogno di avere cellulari che assomigliano a computer ecc.. dicendolo semplicemente così sembra perfetto no? Sembra che tutti vogliano vivere in un mondo così...ma fermiamoci un attimo a riflettere, a pensare a quanto tutte le cose moderne ci fanno comodo...io penso che sono poche le persone ad avere vestiti non di marca, sono poche le persone che non hanno cellulari fighissimi, sono poche le persone ad usare il cellulare solo per chiamare qualche volta... Io, sinceramente, faccio parte della massa di persone moderne che non ce la fanno a stare senza cellulare, sono una di quelle che ci tengono a vestirsi bene e apparire positivamente agli occhi altrui e non ce la farei mai a divertirmi semplicemente con un gioco dei dadi... non credo però di essere l'unica... dico solo che non sarebbe facile per tutti tornare ai vecchi tempi o semplicemente riuscire a capire la mentalità di questi paesi meno sviluppati.
    Giorgia F.

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    1. Certo Giorgia, sono d'accordo con te. Neanch'io riuscirei a stare senza il mio cellulare o a non badare al mio modo di vestire.Credo, però, che siamo stati noi uomini a far diventare questi oggetti indispensabili per la vita di tutti i giorni. Ma non bisogna neanche dimenticare che molte volte sono davvero utili, se no come faremo a scrivere questi commenti senza un computer a portata di mano?!
      Lisa t.

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  11. Molto interessante il post,concordo con le riflessioni finali a riguardo;oltre all aspetto tecnico del gioco praticato dai bambini afghani,vi è un significato dietro l articolo:la vera felicità costa poco.Questa espressione mi ha fatto riflettere a lungo,al giorno d oggi la felicità si rivela solo ed esclusivamente nelle cose materiali:l ultimo modello di cellulare,vestiti firmati,come citato nell articolo, etc..si teme il giudizio esterno,quel giudizio che a poco a poco non ti rende più padrone di te stesso,la tua vita non dipende più dalle tue decisioni,ma da quelle degli altri.Pur di seguire la moda del momento si è disposti a cambiare se stessi;la propria identità fino,addirittura,a non riconoscersi più.La nostra vita è appesa ad un filo,fai un passo sbagliato e sei fuori dal gruppo.Questa mentalità ha ormai influenzato noi giovani;siamo,in un certo senso,costretti a vivere in un mondo che non ci appartiene,uno stile di vita che è già stato scelto per noi;ovviamente,però,possiamo sempre cambiare e scegliere se farne parte o meno.Dovremo prendere esempio da questi bambini;vivamo in un mondo dove la tecnologia rappresenta tutto e si pensa che senza di essa le persone siano povere.Al giorno d oggi si è sempre di fretta,si corre,non ci si ferma mai;abbiamo tutto ma in realtà non abbiamo proprio nulla;si stava bene un tempo quando ancora la tecnologia non aveva invaso del tutto la nostra vita,quando ancora non c erano i cellulari o i computer ad esempio;si era liberi,non si aveva nulla ma si era comunque felici.Quella felicità,però, è ora solo un ricordo annebbiato nella nostra società.Comunque molto significativi i commenti:è proprio vero che la felicità sta nelle piccole cose di tutti i giorni,si può essere felici anche solo guardando un meraviglioso sorriso di un bambino;basta davvero poco!

    Beatrice Maran

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  12. Che dire, credo che i commenti precedenti, in particolare quelli di Rebecca Giacon e Marika abbiano espresso l'idea "del popolo". Una società che pubblicizza il "diverso", l'essere se stessi, ma che disapprova chiunque tenti di differenziarsi dalla massa. Ciò porta all'affermazione di movimenti rivoluzionari che alla fine, possono essere rivoluzionari, ma diventeranno un'altra forma di conformismo. Ed è proprio questo che porta grandi e meno grandi a volere sempre di più, e tutto uguale; quel di più molto spesso superfluo e totalmente inutile. Ma così sorge spontanea una questione, questo di più lo vediamo come un progresso o una retrocessione?
    Alexandra Costa

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  13. E' come se esistessero due mondi diversi. Noi siamo in questo, il nostro, e rivolgiamo le nostre attenzioni al consumo e alla tecnologia mentre nell'altro tanti altri ragazzi sono "costretti" a passare il loro tempo giocando con ossa di pecora. Ma chi è veramente felice? Le persone che passano le giornate davanti ai cellulari o ai computer, che hanno la possibilità di intraprendere viaggi attraverso uno schermo solo digitando il nome di una località,o le persone che passano le loro giornate all'aria aperta a costruire aquiloni e tirare ossa di pecora? La tecnologia è in grado di portarci in posti che magari non avremo mai la possibilità di visitare,ci tiene costantemente a conoscenza di quello che sta succedendo e a volte può esserci utile per rispondere alle nostre esigenze (compiti,domande, ricerche curiosità). La tecnologia però è anche in grado di portarci su strade "cattive" sulle quali, magari, non avremmo mai camminato se non fossimo stati in possesso di strumenti tecnologici. Forse era più felice Enaiatollah che passava le sue giornate all'aperto, in compagnia a correre dietro al suo aquilone o giocando a "Buzul-Bazi" ignorando l'esistenza della tecnologia? Certo per noi è facile rispondere di si continuando a godere di tutte le cose superflue di cui ci circondiamo. Forse invece di sospirare per quel mondo semplice e lontano potremmo sforzarci per cambiare questo nel quale viviamo. Ma forse siamo noi i primi a non averne la voglia o il coraggio.
    Giada G.

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  14. "L'erba del vicino è sempre più verde" questo proverbio ci rispecchia. Ai tempi d'oggi non ci accontentiamo mai di quello che abbiamo e vorremmo sempre di più senza avere più gli occhi per quelle cose che , anche se sono semplici, ci rendono felici. I ragazzi afgani si divertono con poco ed è proprio vero. Il buzzul-bazi è un esempio. Noi invece siamo presi da tutta la tecnologia che ci circonda e come ripeto sembra che non riusciamo più a divertirci con i giochi tradizionali semplici che facevamo da piccoli. Giorgia T.

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  15. "Si stava meglio quando si stava peggio". Anche questo è un modo di dire che esprime un'idea in parte vera. Infatti, ai tempi dei nostri nonni e dei nostri bisnonni in un certo senso si stava meglio. Si stava molto più all'aria aperta invece di essere "appiccicati" allo schermo del computer o a quello della nostra amata televisione. Poi, si scoprivano molte più cose per esperienza personale invece di impararle attraverso la visione di film o di documentari a cui va dato il merito, però, di aver insegnato molte cose alla nostra generazione di nativi digitali. Comunque anche oggi si potrebbe passare più tempo all'aria aperta se solo lo volessimo e qualche volta organizzare (perchè no?) una partita a buzul-bazi con gli amici all'uscita da scuola.

    Rebecca S.

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  16. E' davvero sorprendente vedere come i bambini siano capaci di divertirsi con così poco. A loro basta avere un semplice bastoncino, una piccola biglia, o anche un laccio di una scarpa per poter divertirsi e dare sfogo alla loro irrefrenabile fantasia. Riescono a trovare un senso a qualunque cosa e con la loro ingenuità riescono a rendere più luminoso tutto quello che li circonda. Hanno la capacità di trasformare il bastoncino in una potente bacchetta magica, rendere la biglia una sfera di cristallo che prevede il futuro e vedere il laccio da scarpe che a poco a poco si trasforma in un letale cobra gigante. La loro fantasia non ha limiti, ed è proprio questo che rende loro delle creature speciali e preziose, che vanno protette e tenute al sicuro da tutto ciò che potrebbe danneggiarli.
    La mente di un bambino è piena di meraviglie, riesce a fare cose che già a noi ragazzi più grandi possono sembrare sciocche o senza alcun senso.
    Noi, che ormai non riusciamo più a divertirci se non abbiamo a portata di mano un cellulare, o un computer, o un video gioco, oppure ancora un I-pad, dovremmo imparare a comportarci diversamente: dovremmo sorridere più spesso, divertirci all'aria aperta, ritornare ai vecchi giochi di un tempo.
    Penso che almeno una volta ogni tanto, potremmo anche dimenticarci dei post su Facebook, oppure dei nuovi video giochi appena usciti nei "Game Stores", no?
    Mirea M.

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  17. Io non sono tanto d'accordo con questi commenti.comunque delle persone riescono a stare senza cellulare o senza video giochi e riescono ad uscire e giocare con i propri amici e andare a prendere una gelato.ce gente tipo me che é stata per 5 mesi senza cellulare e non ho fatto storie.Di,ci stanno opinioni diverse e libertà d'espressione ma prima informatevi che sennò fate delle brutte figure.Ciaœ amïœ

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